Un’associazione e un forum per dare voce ai giovani di tutto il mondo

ACP-YPN sta per African Caribbean Pacific Young Professional Network: un acronimo apparentemente anonimo, ma in realtà speciale.

Infatti, ACP-YPN è una rete di giovani professionisti originari degli ACP, ossia i paesi Africani, Caraibici e Pacifici che hanno firmato la Convenzione di Lomé e l’Accordo di Cotonou. Il suo scopo è permettere ai molti giovani che ne fanno parte di confrontarsi con l’Unione Europea durante forum semestrali (Youth Conference) appositamente indetti: i dibattiti che nascono portano alla formulazione di proposte di legge, quesiti e suggerimenti che arricchiscono la riflessione sul futuro della comunità internazionale. Le trattative stimolano inoltre i giovani professionisti a comprendere quanto sia importante la loro mobilitazione per realizzare uno sviluppo sostenibile.
ACP-YPN si quindi è posta l’obiettivo di favorire il confronto tra giovani e politici europei, in modo da accrescere negli uni la consapevolezza del loro ruolo di cittadini del e nel mondo e da mettere gli altri di fronte alle loro responsabilità. I forum diventano pertanto un momento in cui le esperienze si incontrano per creare innovazione. 

Yentyl Williams, direttrice e fondatrice del ACP-YPN, spiega che l’idea di creare il forum è sorta dopo aver notato che non c’era nessuno spazio formale di dialogo tra giovani e deputati europei. E il progetto è stato accolto molto favorevolmente non solo dai ragazzi desiderosi di esprimersi, ma anche dai rappresentanti politici.
La base d’azione dei giovani come Williams è l’Articolo 26 dell’Accordo di Cotonou: “La cooperazione sostiene inoltre l’elaborazione di una politica coerente e globale di valorizzazione del potenziale dei giovani, che consenta a questi ultimi d’integrarsi meglio nella società e di sfruttare pienamente le loro capacità. […]” Esso è garanzia di stabilità ed efficacia delle decisioni prese congiuntamente da giovani ed europarlamentari.
L’Agenzia di Stampa Giovanile è stata presente alla V edizione della Youth Conference, dedicata alla crisi migratoria e alla sua migliore gestione. L’evento si è tenuto a giugno 2018 nelle aule del Parlamento Europeo. Proprio l’elegante e imponente edificio della prestigiosa istituzione europea ci accoglie al nostro arrivo. La sensazione di essere minuscoli e quasi respinti da un luogo che sembra tanto selettivo è subito scacciata dalla conviviale accoglienza che Yentil Williams e Rok Kozelj (funzionario del Parlamento stesso) ci riservano.Quando ci incontra, Kozelj si prodiga subito per rispondere alle nostre numerose curiosità sulla struttura e sul funzionamento dell’importante organismo comunitario in cui svolge il suo operato.
Quindi, siamo stati invitati a un pranzo durante il quale abbiamo condiviso un momento meno formale con i parlamentari: alcuni si sono offerti di rispondere alle nostre domande mentre altri ce ne facevano, spinti da un reale interesse per noi e le nostre storie.
Sparita l’ansia del primo incontro e con le pance belle piene, ci siamo impegnati nelle cose serie: la conferenza! Devo confessare (io che ora scrivo di questa circostanza unica) che partivo un po’ pessimista, pensavo senza volerlo che i parlamentari avrebbero dato poco peso alle nostre domande o ai nostri suggerimenti, che non avrebbero risposto con franchezza e si sarebbero limitati a trattare solo gli argomenti di loro interesse. Ma mi sono dovuta ricredere, perché i loro sono stati interventi pertinenti, approfonditi e diversificati – esattamente come l’evento prometteva.
Dopo il dibattito, coloro che lo desideravano hanno contribuito a elaborare una dichiarazione riassuntiva dei propositi e delle idee più significativi emersi dalle discussioni.

Ma ecco la testimonianza di una ragazza partecipante al forum:“Avevo il profondo desiderio di esprimermi in quanto giovane davanti ai membri dell’Assemblea parlamentare paritaria venuti da 187 paesi europei, africani e pacifico-caraibici per presenziare a questo summit.
Essendo io stesso figlia e nipote di donne migranti, fuggite dal loro paese di origine (Burundi e Ruanda) diversi anni fa per evitare una guerra civile e genocida, ero perfettamente in grado di capire la posizione di chi decide di lasciare il proprio paese per ricominciare tutto altrove. E volevo perciò fare sentire la mia voce.
Il simposio ci ha dato la possibilità di affermare il nostro punto di vista e proporre alcune soluzioni rispetto al gravoso problema delle migrazioni.  Abbiamo ribadito che l’educazione, la creazione di posti di lavoro e il potenziamento dei servizi alla popolazione sono i presupposti fondamentali per risolvere la crisi migratoria, così come individuare e contrastare i principali fattori che determinano gli spostamenti in massa di intere popolazioni. Uno di questi è il cambiamento climatico. Facendo sentire la nostra voce abbiamo lanciato un appello, trascritto poi nella Dichiarazione conclusiva del Forum.
Le nostre riflessioni sono state quindi condivise e ascoltate  dai rappresentanti dei diversi paesi, che incoraggiano lo sforzo e il coinvolgimento dei giovani nelle iniziative politiche”.
Per i giovani e dai giovani: ecco un’iniziativa che merita di essere conosciuta! Come partecipante, penso che nessun giovane presente all’evento avesse motivo di rifiutare di manifestare le proprie idee. Credo che nessun giovane si potesse e dovesse lasciar sfuggire l’occasione di rafforzare i legami di solidarietà internazionale.
La ACP-YPN e la Youth Conference sono dunque mezzi a disposizione di coloro che sono nati in condizioni svantaggiate per mettere piede in un mondo elitista. Sono esperienze in cui immergersi per dare un volto umano a istituzioni come il Parlamento europeo, incontrando coloro che lo compongono: Kozelj, i deputati e quanti si sono impegnati per farci sentire benvenuti e ascoltati. Sono, infine, luoghi in cui incontrare persone che segnano il nostro tempo con i loro discorsi e le loro azioni.
Se scrivo oggi a voi è con un unico obiettivo: condividere e scambiare la mia esperienza con la vostra. E incoraggiarvi a fare: benché il forum si sia chiuso, il dibattito che lo ha animato ancora non lo è.